tag:blogger.com,1999:blog-53835094289390314592024-03-13T18:06:53.592+01:00Antonio SantorsolaDiscutiamo di scienza, tecnologia e....Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02243582898200560868noreply@blogger.comBlogger21125tag:blogger.com,1999:blog-5383509428939031459.post-50795675561147538712011-12-02T21:47:00.001+01:002011-12-02T21:51:36.539+01:00Magnetismo dei superconduttori<iframe width="560" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/Ws6AAhTw7RA" frameborder="0" allowfullscreen></iframe>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02243582898200560868noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5383509428939031459.post-90385293173848688192011-10-26T12:55:00.002+02:002011-10-26T12:55:57.635+02:00L'uomo e la scienza<iframe width="560" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/zBE0EF21_V0" frameborder="0" allowfullscreen></iframe>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02243582898200560868noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5383509428939031459.post-40713834858581482292011-10-19T14:40:00.002+02:002011-10-19T14:44:38.388+02:00Gli obiettivi di LHCInteressante sintesi sugli obiettivi di LHC.
LHC è paragonabile un "microscopio" con cui guardare l'infinitamente piccolo. Maggiori sono le energie in gioco è più "penetrante" è
questo sguardo.<br />
Durante gli urti fra particelle si producono condizioni fisiche simili al Big Bang creando inevitabilmente le premesse per una indagine
sulla struttura della materia durante i primi momenti della creazione dell'universo.<br />
<br />
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/TFntNraIQb0" width="560"></iframe>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02243582898200560868noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5383509428939031459.post-26487211874270038722011-10-19T13:44:00.004+02:002011-10-19T13:58:47.886+02:00Interessante video su LHC, realizzato prima dell'accensione dell'apparato.<br />
Descrive quali sono i vari stadi di accelerazione delle particelle prima di scontrarsi alla ragguardevole energia di 7 Tev per fascio. Attualmente le energie sono pari a 3,5 Tev ma si prevede che si raggiungano i 7 Tev per fascio. Questo significherebbe avere a disposizione una energia nel centro di massa pari a 14 Tev.<br />
L'avere a disposizione grandi energie negli urti fra particelle ha due obiettivi fondamentali.<br />
L'eventuale creazione di particelle super-massive, e l'indagine della materia a dimensioni infinitesimali.<br />
<br />
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/xuB9XlaXhuw" width="420"></iframe>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02243582898200560868noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5383509428939031459.post-83988946434724723282011-10-12T16:46:00.004+02:002011-10-12T16:48:41.922+02:00Introduzione agli OROLOGI SOLARI<div style="text-align: center;">
<b>OROLOGI SOLARI</b></div>
<div style="text-align: center;">
Antonio Santorsola</div>
<div style="text-align: center;">
Associazione Amici dell’Astronomia “N. Copernico”, Casamassima(BA)</div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
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Gli orologi solari per molti secoli sono stati gli unici dispositivi in grado di segnare il tempo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Solo intorno al 1200 sono stati introdotti degli orologi meccanici, ma per molto tempo questi non hanno avuto l'affidabilità e la precisione degli orologi solari.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ce ne sono ancora molti in giro per le piazze d’Italia e del mondo e c’è ancora chi li progetta erigendo interessanti figure pittoriche o monumentali.</div>
<div style="text-align: justify;">
Per la costruzione di questi strumenti, i nostri predecessori ebbero la necessità di approfondire le conoscenze sui movimenti periodici del Sole e della Terra. Gli studi astronomici in passato erano una necessità più che una mera indagine scientifica.</div>
<div style="text-align: justify;">
L’orologio solare è generalmente costituito dal <b>quadrante</b>, piano su cui sono disegnate le linee orarie, e dallo <b>gnomone</b>, elemento che proietta le ombre sulla superficie del quadrante.</div>
<div style="text-align: justify;">
L’ombra dell'estremità dello gnomone, che idealmente rappresenta un punto, cambia posizione con il passare delle ore ed il percorso che traccia giornalemente è detta linea oraria. La posizione del quadrante e di conseguenza la forma che le linee orarie assumono dipendono da vari fattori quali la latitudine, la data, il tipo di superficie e l’orientamento del quadrante.</div>
<div style="text-align: justify;">
Spesso gli orologi solari vengono indicati con il termine <b>meridiana</b>, la meridiana, in realtà, è più propriamente rappresentata da qualsiasi strumento in grado di tracciare il passaggio del sole a sud. L'orologio solare dunque è più che una meridiana.</div>
<div style="text-align: justify;">
Eccone alcuni semplici esempi.</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>OROLOGIO SOLARE <u>EQUATORIALE</u></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il piano delle linee orarie è rivolto a Nord perpendicolarmente all'asse terrestre e quindi parallelo all'equatore celeste; di qui il nome equatoriale.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il quadrante viene sistemato su un piano inclinato rispetto al piano orizzontale di un angolo pari alla colatitudine del luogo in cui è posto. La direzione dello gnomone è parallela all'asse terrestre.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le linee orarie sono disegnate a forma di raggiera con un angolo di 15° per ogni ora (Fig. 1), mentre lo gnomone viene posto nel punto d’incontro delle linee orarie ed allineato con l’asse terrestre.</div>
<div style="text-align: justify;">
Questo strumento può essere utilizzato a tutte le latitudini ma è importante posizionare il quadrante nel modo corretto (stazionamento).</div>
<div style="text-align: justify;">
Un grosso limite di questo strumento deriva dal cambiamento della posizione del Sole (declinazione) rispetto all’equatore celeste; questo fa si che nel semestre estivo sia illuminata la faccia superiore del quadante (quella rivolta verso la stella polare nell’emisfero boreale) mentre in quello invernale l'ombra dello gnomone si proietta sulla faccia inferiore.</div>
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<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZTfasgul4H1GHB1A_zLF6KAAzBmyJ5815zid_HR3zFCzxfr8kLSmMquPse1vwdmMbacfe9kQPJEnD-uHEEJQvMGe-N_jrktJrQf-mIl2Bys98IOCjgOKgydR7qD7dQnppyAUBrA3OboM/s1600/orologioEquat.GIF" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZTfasgul4H1GHB1A_zLF6KAAzBmyJ5815zid_HR3zFCzxfr8kLSmMquPse1vwdmMbacfe9kQPJEnD-uHEEJQvMGe-N_jrktJrQf-mIl2Bys98IOCjgOKgydR7qD7dQnppyAUBrA3OboM/s400/orologioEquat.GIF" width="305" /></a></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<b>OROLOGIO SOLARE <u>POLARE</u></b></div>
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<b><br /></b></div>
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In questo orologio il quadrante delle linee orarie è esposto a sud e forma con il piano orizzontale un angolo uguale alla latitudine del luogo. Lo strumento è detto polare perché il piano delle line orarie passa per il polo celeste mentre lo gnomone è perpendicolare all'asse terrestre e giace sull'equatore celeste puntando a sud.</div>
<div style="text-align: justify;">
Man mano che il sole si sposta da est verso sud, l’ombra dello gnomone si accorcia fino ad annullarsi a mezzoggiorno (nei giorni di equinozio) per poi riprendere ad allungarsi col trascorrere delle ore fino al tramonto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le ore sono indicate da line verticali spaziati in maniera non uniforme; la diversa spaziatura tra linee successive dipende dall’ora e dalla lunghezza dello gnomone. Si noti che le linee orarie (fig. 2) terminano in alto e in basso su due curve che rappresentono il percorso (linea oraria) dell’ombra proiettata dallo gnomene nei solstizi d’estate e d’inverno; mentre la linea centrale orizzontale ne rappresenta il prercorso nei giorni dell'equinozio. In effetti, in base al periodo dell’anno l’ombra si sposta in alto e in basso ma il suo spostamento orizzontale è determinato esclusivamente dall’ora solare.</div>
<div style="text-align: justify;">
In definitiva con questo orologio sarebbe possibile determinare non solo l’ora ma anche la data.</div>
<div style="text-align: justify;">
Lo gnomone può essere uno stilo piantato al centro della linea di mezzogiorno oppure una striscia rettangolare posta sulla stessa; in quest’ultimo caso però non sarebbe possibile determinare la data.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEif4jld8JS2_5IESxMmaQa8VmsNKE-7bEXe5bh206THrO-UoTHj8tkhO31FEc1JlRQczSfr8yK-7OJhjD9xiiErPkMdcz_Xlfg3JE5vjo7vrkddHL-y44VVJecrnDvDIbFSiKKRvzWdr7g/s1600/orologioVert.GIF" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="370" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEif4jld8JS2_5IESxMmaQa8VmsNKE-7bEXe5bh206THrO-UoTHj8tkhO31FEc1JlRQczSfr8yK-7OJhjD9xiiErPkMdcz_Xlfg3JE5vjo7vrkddHL-y44VVJecrnDvDIbFSiKKRvzWdr7g/s640/orologioVert.GIF" width="640" /></a></div>
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<br /></div>
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<b><br /></b></div>
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<b><br /></b></div>
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<b><br /></b></div>
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<b><br /></b></div>
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<b><br /></b></div>
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<b><br /></b></div>
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<b><br /></b></div>
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<b><br /></b></div>
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<b><br /></b></div>
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<b><br /></b></div>
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<b> </b></div>
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<b><br /></b></div>
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<b>OROLOGIO SOLARE <u>PER ALTEZZA</u></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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È possibile determinare l’ora anche tenendo conto dell’altezza del Sole rispetto all’orizzonte. Il piano delle linee orarie è verticale e sempre orientato verso il sole. Per la determinazione dell’ora (Fig. 3) è indispensabile la conoscenza della data. In realtà raramente i quadranti sono piani, spesso questo tipo d’orologio assume una forma cilindrica convessa; per utilizzarlo è sufficiente tenerlo in maniera verticale con lo gnomone puntato verso il sole. La caratteristica peculiare di questo orologio è che può essere realizzato come strumento portatile. È bene tener presente però che le linee orarie sono disegnate per un'unica latitudine ed inoltre c’e ambiguità di lettura tra ore antimeridiane e ore pomeridiane.</div>
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<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjw4ctZ7VwtQAgHe9gwhvBzgnNXFM8msbOlYJTIZRda0DJdSFOgPLsk4Y6UPAvvC7_77cX3Cs1Rnj196fR_gsq8Agrerx_pqv_cio94ZE9QNw5N0u1z9W62gxCNF5wI_-41xlTpMSpLU94/s1600/orologioCil.GIF" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="255" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjw4ctZ7VwtQAgHe9gwhvBzgnNXFM8msbOlYJTIZRda0DJdSFOgPLsk4Y6UPAvvC7_77cX3Cs1Rnj196fR_gsq8Agrerx_pqv_cio94ZE9QNw5N0u1z9W62gxCNF5wI_-41xlTpMSpLU94/s400/orologioCil.GIF" width="400" /></a></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<b><br /></b></div>
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<b>OROLOGIO SOLARE <u>AZIMUTALE</u></b></div>
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<br /></div>
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Molto diffusi sono gli orologi che si basano sulle variazioni dell’angolo azimutale del sole durante l’arco di una giornata.</div>
<div style="text-align: justify;">
Normalmente presentano un quadrante verticale oppure orizzontale; spesso i quadranti verticali sono anche declinanti ,cioè il piano su cui giace il quadrante non è esposto esattamente verso sud ma è inclinato o verso est o verso ovest. Si è soliti definire azimut della parete la misura dell’angolo compreso fra due rette situate nel piano dell’orizzonte: la retta Nord – Sud (o <b>meridiana</b>) e la retta data dall’intersezione del piano dell’orologio col piano dell’orizzonte.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nei quadranti verticali (declinanti e non) si usano in genere due tipi di gnomone: uno è lo gnomone perpendicolare al piano del quadrante (segmento AB in figura) il quale indica l’ora con la punta dell’ombra; l’altro è lo gnomone parallelo all’asse terrestre ossia direzionato verso la stella polare. Questo gnomone è inclinato rispetto al piano dell’orizzonte di un angolo pari alla latitudine del luogo e rispetto al piano del quadrante di un angolo pari alla colatitudine; infatti, nell’amisfero boreale la latitudine corrisponde all’altezza della stella polare sull’orizzonte. Solitamente lo gnomone che punta verso il polo celeste è denominato gnomone obliquo. Lo gnomone obliquo (segmento AC in figura) indica l’ora con tutta la sua ombra, perciò nell’arco di una giornata tale ombra si muove descrivendo una raggiera imperniata nel punto C. L’estremità dell’ombra dello gnomone (sia perpendicolare che obliquo) arriva al punto D solo nel mezzodì del solstizio invernale in cui la declinazione del sole è di -23,5° ; arriva al punto E nei due equinozi in cui la declinazione del Sole è 0° e arriva al punto F nel solstizio estivo in cui la declinazione del sole è di +23,5°; in tutte le altre date l'ombra arriva in punti compresi tra D e F. Ipunti D, E, F, relativi alla stessa ora sono allineati ; dal punto C (punto radiale) parte una raggiera di rette, una per ogni ora o frazione di ora , che rappresentano appunto le linee orarie.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le curve descritte dall’ombra dello gnomone nei giorni del solstizio, dall’alba al tramonto, vengono denominate iperboli di declinazione estive ed invernali. La linea equinoziale, invece, è descritta dall’ombra dello gnomone nei giorni degli equinozi; essa è orizzontale nei quadranti verticali non declinanti, mentre è inclinata in qulli declinanti. L’iperbole di declinazione invernale ha la concavità rivolta verso l’alto ed è situata superiormente rispetto alla linea equinoziale; l’iperbole di declinazione estiva ha la concavità verso il basso ed è situata inferiormente. Chiaramente, ad ogni declinazione del Sole corrisponde una diversa curva descritta dall’ombra dello gnomone.</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSTTjZHRcc2OvFNIZG6KU7RGbKuk4Lr3WG6SPqK53FrtEHPQxV9jJBy-rnQtwJ5xqDTGEbTI4MEf4qpXRTy4iBgEhuvFwmgl2jS5r7gszrLRm8WKGaqxSfr6-FHHUfE_ZBGS-8ySJGIbU/s1600/gnomoneVert.GIF" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="412" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSTTjZHRcc2OvFNIZG6KU7RGbKuk4Lr3WG6SPqK53FrtEHPQxV9jJBy-rnQtwJ5xqDTGEbTI4MEf4qpXRTy4iBgEhuvFwmgl2jS5r7gszrLRm8WKGaqxSfr6-FHHUfE_ZBGS-8ySJGIbU/s640/gnomoneVert.GIF" width="640" /></a></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0QcosMOyQgJMufKGHOCbddZCpsDkcHRcsWVSyi_dxdpNPNM-8V8OeadUAsIDPDf7tYHyCJNzqqYdVLC3S2mM9OPVhPrlQr1edfSQMtUMr_PWOs6OU2W4ExkWNNXl-xwjeXAHfB7otpws/s1600/gnomonePerp.GIF" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="436" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0QcosMOyQgJMufKGHOCbddZCpsDkcHRcsWVSyi_dxdpNPNM-8V8OeadUAsIDPDf7tYHyCJNzqqYdVLC3S2mM9OPVhPrlQr1edfSQMtUMr_PWOs6OU2W4ExkWNNXl-xwjeXAHfB7otpws/s640/gnomonePerp.GIF" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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<br /></div>
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<b><br /></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>TEMPO SOLARE VERO E TEMPO SOLARE MEDIO</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><br /></b></div>
<div style="text-align: justify;">
Il Sole col suo moto apparente nel cielo descrive, dall’alba al tramonto, un arco: quando passa nel punto più alto si dice è che alla culminazione oppure che è sul meridiano locale (arco di cerchio che partendo dal polo Nord e arrivando al polo Sud passa sulla verticale del luogo). L’istante in cui il Sole è sul maridiano locale non corrisponde quasi mai con le ore 12.00 del <b>Tempo Civile</b> datoci dai nostri orologi da ploso. Questa discordanza è dovuta a due motivi fondamentali: il primo è che il Tempo Civile è regolato col fuso del tempo medio dell’Europa Centrale (in Italia); è quindi generalizzato per l’intero territorio nazionale ignorando così la longitudine del luogo. Il secondo fattore è dovuto essenzialmente all’eccentricità dell’orbita terrestre che provoca variazioni di velocità orbitale del nostro pianeta. Questo determina anticipi o ritardi del transito del sole sul meridiano nel corso dell’anno. Il giorno solare, quindi, non ha una durata costante nel corso dell’anno (<b>Tempo Solare Vero</b>).</div>
<div style="text-align: justify;">
Per questo motivo si introduce il Tempo Solare Medio, ossia il tempo scandito da un Sole “fittizio” che si muove lungo l’eclittica con moto uniforme tutto l’anno. Così facendo, infatti, se misurassimo la durata del giorno con un normale orologio riscontreremmo che questa misura è costante durante tutto l'anno e che coincide con il valore medio della durata del giorno solare vero.</div>
<div style="text-align: justify;">
La differenza tra il Tempo Solare Vero e il Tempo Solare Medio è chiamata equazione del tempo e si rappresenta con un grafico a forma di sinusoide (<b>analemma</b>) che reca in ascissa i mesi dell’anno, mentre in ordinata la differenza in minuti fra l’ora indicata dal quadrante solare (Tempo Solare Vero) e quella di un normale orologio (<b>Tempo Solare Medio</b>). L’equazione del tempo si rappresenta anche con una curva chiusa a forma di otto (<b>lemniscata</b>) la quale riporta in ascissa la correzione da apportare al Tempo Solare Vero per ottenere il Tempo Solare Medio e in ordinata la declinazione del sole; i mesi sono riportati lungo la curva.</div>
<div style="text-align: justify;">
Naturalmente tutti i quadranti ci forniscono il Tempo Solare Vero, e in molti di essi è disegnata la lemniscata in modo da calcolare facilmente il Tempo Solare Medio. Nei peridi dell’anno in cui è in vigore l’ora legale è necessario apportare un’ulteriore correzione aggiuggendo un ora in più a quella indicata dai quadranti solari.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Si gli attuali che gli antichi costruttori di orologi solari e meridiane hanno la possibilità di dilettarsi nell'inventare particolari forme di quadranti tracciati su superfici non piane. I fondamenti delle svariate tecniche di costruzioni sono sempre gli stessi: equatore celeste, asse terrestre, latitudine, declinazione del sole.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Antonio Santorsola.</b></div>
<br />
<br />
<br />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02243582898200560868noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5383509428939031459.post-22405039599697244632011-09-26T18:00:00.000+02:002012-03-31T08:41:14.386+02:00E se i neutrini fossero davvero più veloci dei fotoni?<span class="Apple-style-span" style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;">
</span><br />
<div class="p1">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">Si tratta per ora solo di una ipotesi, infatti <u>la misura effettuata dall'esperimento Opera (LHC - Gran Sasso) deve necessariamente essere confermata</u> da altre misure effettuate con altri esperimenti.</span></div>
</div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">
</span><br />
<div class="p1">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">Con il seguente link si accede alla presentazione dei risultati: <a href="http://cdsweb.cern.ch/record/1384486?ln=en"><span class="s1">http://cdsweb.cern.ch/record/1384486?ln=en</span></a> .</span></div>
</div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">
</span><br />
<div class="p1">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">Le misure sembrano accurate, si è tenuto conto di ogni possibile dettaglio, ma un lieve errore di solo 60 ns può nascondersi dietro il dettaglio più impensabile. Basti pensare a tutta l'elettronica messa in campo per comprendere la complessità dell'esperimento.</span></div>
</div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">
</span><br />
<div class="p1">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">E' d'obbligo quindi il dubbio che può essere fugato solo con altre misure indipendenti.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">Ammettiamo però che esistano particelle più veloci dei fotoni, che cosa cambierebbe nell'attuale visione del mondo?</span></div>
</div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">
</span><br />
<div class="p1">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">Naturalmente il tema è troppo complesso per essere da me spiegato in maniera esaustiva e corretta, </span></div>
</div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">
</span><br />
<div class="p1">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">darò solo qualche spunto di riflessione.</span></div>
</div>
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">
</span><br />
<div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">
C'è chi dice che la relatività di Einstein sarebbe destinata a venir meno, io non credo che accadrebbe ciò, verrebbe semplicemente estesa, cosa che è stata già fatta ad esempio con le teorie sui <b><u>tachioni</u></b> le quali prevedono l'esistenza di particelle superluminali.
</span></div>
<div class="p1">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">La relatività di Einstein non è altro che la conseguenza inevitabile determinata dalle limitazioni che il mondo fisico ci impone, le nostre osservazioni, infatti, sono veicolate dalla luce o dalle onde elettromagnetiche in genere.</span></div>
</div>
<div class="p1">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">Per farla breve siamo capaci di "guardare", per ora, solo attraverso i fotoni che hanno una velocità finita, dunque un evento osservato da due sistemi di riferimento differenti deve soddisfare alcune condizioni specifiche e l'osservazione stessa ne subisce alcune inaspettate "distorsioni". Le trasformazioni di Lorents permettono la descrizione matematica di un evento in un sistema di riferimento a partire dalla descrizione dell'evento in un altro sistema in moto rettilineo uniforme rispetto al primo.</span></div>
</div>
<div class="p1">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">Un oggetto qualsiasi, visto fermo da un osservatore avrà caratteristiche differenti se è visto in moto rispetto all'osservatore.</span></div>
</div>
<div class="p1">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">In particolare per velocità molto elevate la massa di un corpo varia, o appare variata, in base alla seguente formula:</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"><span class="Apple-style-span" style="background-color: white; font-family: sans-serif; line-height: 19px;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"> </span> <span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"><span class="Apple-style-span" style="background-color: white; font-family: sans-serif; line-height: 19px;"><img alt="m=\gamma m_0\,\!" class="tex" src="http://upload.wikimedia.org/math/1/d/a/1daa8d6d11db4ee8e5831a4d825d7043.png" style="border-bottom-style: none; border-color: initial; border-color: initial; border-left-style: none; border-right-style: none; border-top-style: none; border-width: initial; border-width: initial; vertical-align: middle;" /> </span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"><span class="Apple-style-span" style="background-color: white; font-family: sans-serif; line-height: 19px;">con </span></span><span class="Apple-style-span" style="background-color: white; font-family: sans-serif; line-height: 19px;"><img alt="\gamma = \frac{1}{\sqrt{1 - \frac{v^2}{c^2}}}" class="tex" src="http://upload.wikimedia.org/math/f/e/1/fe1f9915b0a030c391a76635634cfcfe.png" style="border-bottom-style: none; border-color: initial; border-color: initial; border-left-style: none; border-right-style: none; border-top-style: none; border-width: initial; border-width: initial; vertical-align: middle;" /></span></div>
</div>
<div class="p2">
<div style="text-align: justify;">
dove</div>
</div>
<div class="p3">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">m</span><span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">o</span><span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"> è la massa vista da un osservatore solidale (massa a riposo),</span></div>
</div>
<div class="p3">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">m è la massa vista da un osservatore per il quale l'oggetto osservato ha velocità v</span></div>
</div>
<div class="p3">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">c<b> </b>è la velocità della luce.</span></div>
</div>
<div class="p2">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
</div>
<div class="p3">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"><u>Per un oggetto molto veloce la massa aumenta</u> ( v tende a c , v/c tende a 1) <u>rispetto alla massa a riposo e per modificare il suo stato di moto è necessaria una energia sempre maggiore</u>. La conseguenza è che per portare un oggetto dotato di massa alla velocità della luce ci vorrebbe una energia infinita, quindi è "teoricamente" impossibile.</span></div>
</div>
<div class="p3">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">In realtà la velocità c sarebbe un limite invalicabile per quelle particelle che hanno massa "reale" infatti <u>se la velocità v fosse maggiore di c si avrebbe a che fare con una massa m immaginaria il cui quadrato sarebbe negativo, ma reale</u>. </span></div>
</div>
<div class="p3">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"><u>Se esistessero i tachioni (v maggiore di c) essi non potrebbero rallentare fino alla velocità della luce così come i </u><b><u>bradioni</u></b><u> (v minore di c , tutte le particelle note fino ad ora) non potrebbero accelerare fino alla velocità c</u>. In mezzo ci sono i fotoni che hanno v = c. In pratica il mondo dei tachioni e quello nostro (dei bradioni) sarebbero completamente separati.</span></div>
</div>
<div class="p3">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">E se i neutrini fossero davvero più veloci dei fotoni?</span></div>
</div>
<div class="p3">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">Dobbiamo tener conto che i neutrini interagiscono solo "debolmente", cioè le loro interazioni non sono veicolate dai fotoni come tutte le particelle elementari cariche (quark, elettroni, muoni). <u>Il limite massimo della velocità dei tachioni potrebbe essere spostato in avanti in base alla velocità dei bosoni vettori che ne veicolano l'interazione</u>, che nel caso dell'interazione debole sarebbero le particelle W scoperte da Rubbia. Non so se sia mai stata misurata la velocità dei W, essi fra l'altro sono sia carichi che massivi e quindi soggetti ad interazione elettromagnetica e, in linea di principio, destinati ad aver velocità massima inferiore a quelli della luce. Si tratta di una via effettivamente poco percorribile.</span></div>
</div>
<div class="p3">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L'alternativa è l'esistenza di una <i><u><b>massa immaginaria</b></u></i> e dunque non misurabile, sarebbe possibile misurarne solo il suo quadrato.</div>
</div>
<div class="p3">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">E' importante tener conto del fatto che <u>sono misurabili solo grandezze esprimibili con numeri reali, ma i fisici sono abituati ad avere a che fare con grandezze immaginarie e ricavarne comunque informazioni fisiche</u>. Basti pensare alle funzioni d'onda immaginarie delle particelle. Il loro significato fisico non è stato ben compreso, ma il quadrato di esse corrisponde alla probabilità di trovare una particella nello stato quantico che esse descrivono.</span></div>
</div>
<div class="p3">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">Resta da indagare tutto quello che può venir fuori dal cercare di coniugare le antiparticelle alle particelle con massa immaginaria, si parla tanto anche di energia oscura o energia negativa, quindi gli ingredienti per un bel miscuglio ci sono tutti. </span></div>
</div>
<div class="p3">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">Sono tante le teorie attualmente bollate come fantasticherie che si basano su sviluppi matematici più o meno accettati ma che non hanno ancora nessun riscontro "reale".</span></div>
</div>
<div class="p3">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">Dimenticavo, credo che la teoria delle stringhe contempli i tachioni con massa immaginarie e velocità superluminali, questa teoria non ancora completa è lì pronta a soppiantare il Modello Standard.</span></div>
</div>
<div class="p3">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">Aggiungo questa domanda che forse fra qualche mese si rivelerà infelice:</span></div>
</div>
<div class="p3">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">sarà un caso che il bosone di Higgs non sia stato ancora scovato?</span></div>
</div>
<div class="p3">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">Una volta rilevato si cercherà di misurarne la massa, e se avesse massa immaginaria?</span></div>
</div>
<div class="p3">
<div style="text-align: justify;">
<span class="Apple-style-span" style="font-family: inherit;">Chissà cosa inventeranno i fisici teorici... non oso <i><b>immaginare</b></i>.....</span></div>
</div>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02243582898200560868noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5383509428939031459.post-59914651646862377032011-09-09T11:47:00.006+02:002011-09-12T10:41:18.628+02:00PRO - SUD 2Discussione trasferita al nuovo blog <a href="http://lastoriabandita.blogspot.com/">"La Storia Bandita"</a><br />
<br />
<a href="http://lastoriabandita.blogspot.com/2011/09/altri-contributi-pro-sud.html#links">Clicca qui per visualizzare il post</a>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02243582898200560868noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5383509428939031459.post-46976723406274599642011-09-09T10:36:00.003+02:002011-09-12T10:44:45.081+02:00PRO - SUDDiscussione trasferita al nuovo blog <a href="http://lastoriabandita.blogspot.com/">"La Storia Bandita"</a><br />
<br />
<a href="http://lastoriabandita.blogspot.com/2011/09/contributi-pro-sud.html#links">Clicca qui per visualizzare il post</a>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02243582898200560868noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5383509428939031459.post-15769776042553096932011-09-06T15:12:00.010+02:002011-09-12T10:47:29.137+02:00Il GRANDE SUD....Discussione trasferita al nuovo blog <a href="http://lastoriabandita.blogspot.com/">"La Storia Bandita"</a><br />
<br />
<a href="http://lastoriabandita.blogspot.com/2011/09/il-grande-sud.html#links">Clicca qui per visualizzare il post</a>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02243582898200560868noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5383509428939031459.post-43400155780671828832011-09-02T14:52:00.005+02:002011-09-02T18:18:13.020+02:00Low Energy Nuclear Revolution, una possibile spiegazione al dispositivo di Energy-Catalyzer dell' Ing Andrea RossiIl dispositivo di Rossi, l'Energy Catalyzer sembra funzionare, sono molti i video e le notizie sulla rete in cui si afferma che in tutte le prove effettuate ci sia stata produzione di energia, lo affermano anche alcuni ricercatori della NASA. Ancora nessuno ha dimostrato che si tratti di una bufala. Anche l'università di Bologna sta lavorando ai test scientifici sull'apparato. <br />
Sembra sia stata anche individuata la strada da percorrere per spiegare scientificamente il fenomeno. Attualmente nessuno sa di preciso cosa ci sia dentro l'E-Cat di Rossi, si sa solo che egli utilizza idrogeno e nichel.<br />
A mio parere, e non solo mio, è molto probabile che siamo in presenza di reazioni nucleari, ma non di tipo forte, bensì di tipo debole. Per intenderci sono le stesse che determinano molti tipi di decadimento.<br />
Il più semplice decadimento conosciuto è quello che trasforma il neutrone in protone (n-->p + e + n). Se effettuiamo un banale bilancio energetico (differenza di massa) vediamo che dalla massa del neutrone (939,57 Mev) "vien fuori" la massa del protone (938,27 Mev), la massa dell'elettrone (0,51 Mev), la massa del neutrino (nulla o quasi) e un po' di energia che si manifesta come moto dell'elettrone e del neutrino. Verrebbe fuori una energia prodotta pari a 0,79 Mev.<br />
E' noto sperimentalmente che l'energia massima dell'elettrone prodotto è pari a 0,782 Mev, dunque anche con una eventuale massa residua del neutrino il bilancio energetico è promettente.<br />
Se si paragonano tali energie a quella di un fotone nello spettro luminoso (dell'ordine delle decine di eV) si comprende che l'energia elettrodebole potrebbe essere una buona fonte di energia a patto che si abbia un numero di transizioni molto elevato.<br />
In alcuni nuclei accade anche il processo inverso, cioè sotto alcune condizioni i protoni sono portati a trasformarsi in neutroni, a "catalizzare" questo fenomeno sarebbe il vantaggio energetico che l'intero nucleo e non il singolo nucleone ne trae dalla transizione elettrodebole. E' logico pensare che che si creano artificialmente le condizioni adatte è possibile rendere attivo un isotopo che normalmente non lo sarebbe, è plausibile che avvengano transizioni multiple attraverso stati metastabili con un guadagno totale di energia positivo.<br />
Ci sono molti lavori scientifiche sulle "Low Energy Nuclear Reactions".<br />
<br />
Una teoria promettente è quella formulata da Widom e Larsen :<br />
The Widom-Larsen Ultra-Low-Momentum Neutron Catalyzed Theory of LENRs<br />
<br />
Link utili:<br />
<a href="http://www.i-sis.org.uk/LENRGE.php">Low Energy Nuclear Reactions for Green Energy</a><br />
<a href="http://newenergytimes.com/v2/sr/WL/WLTheory.shtml">Widom-Larsen Theory Portal</a><br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02243582898200560868noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5383509428939031459.post-73770306102493419502011-08-29T14:46:00.005+02:002011-08-29T15:14:22.843+02:00Low Energy Nuclear RevolutionPropongo dei video sull'E-Cat dell’ingegnere Rossi. <br />
E' molto probabile che <b>non</b> si tratti di <b>fusione fredda</b>, la speranza è che si tratti di reazioni nucleari di tipo esoenergetico.<br />
Sembra essere una tecnologia promettente e di facile realizzazione. Attualmente non è noto ciò che avviene nel dispositivo.<br />
Se il dispositivo dovesse davvero funzionare, in breve si potrebbe passare dall'attuale tecnologia a combustione chimica (petrolio) ad una tecnologia a combustione nucleare (nichel e ferro).<br />
<br />
<br />
<a href="http://notizie.tiscali.it/articoli/scienza/11/08/29/nucleare-pulito-e-cat.html">News su E-Cat</a><br />
<a href="http://youtu.be/NhKhGe6ztuc">Low Energy Nuclear Revolution 1</a><br />
<a href="http://youtu.be/Kl6FOVnnIro">Low Energy Nuclear Revolution 2</a><br />
<a href="http://youtu.be/V79rAMI1ACw">Low Energy Nuclear Revolution 3</a><br />
<br />
<a href="http://youtu.be/m-8QdVwY98E">Presentazione di Rossi</a><br />
<a href="http://youtu.be/YrTz5Bq6dsA">2011-Andrea Rossi Crunches the Numbers for His Energy Catalyzer</a>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02243582898200560868noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5383509428939031459.post-54108132823848202462011-06-20T11:22:00.005+02:002011-06-20T11:35:49.095+02:00Il templating con il Facelets nelle JavaServer FacesLa realizzazione di una pagina di template che dia forma alla varie pagine di una applicazione web è naturalmente indispensabile per diversi motivi che non stiamo qui ad esplicitare.<br />
Con il Facelets la realizzazione di un template ed il suo utilizzo è reso davvero semplice nelle JavaServer Faces, grazie ad alcuni semplici tags come <font size= "3"><i><code><br />
<ui:insert name="header"/> , <ui:composition template="./template.xhtml"> e <ui:define name="header"><br />
</code></i></font><br />
Facciamo un semplice esempio in cui consideriamo un template di pagina composto da un "header" standard e da un "content" variabile. <br />
Dunque costruiamo una pagina chiamata <b>header.xhtml</b> di contenuto più o meno complesso che includeremo nella pagina <b>template.xhtml</b>. La pagina template.xhtml ha il seguente codice:<br />
<font size= "3"><i><br />
<code><br />
<!DOCTYPE html PUBLIC "-//W3C//DTD XHTML 1.0 Transitional//EN" <br />
      "http://www.w3.org/TR/xhtml1/DTD/xhtml1-transitional.dtd"><br />
<html xmlns="http://www.w3.org/1999/xhtml"<br />
      xmlns:ui="http://java.sun.com/jsf/facelets"<br />
      xmlns:h="http://java.sun.com/jsf/html"><br />
    <br />
    <h:head><br />
        <meta http-equiv="Content-Type" <br />
              content="text/html; charset=UTF-8" /><br />
        <link href="./resources/css/default.css" <br />
              rel="stylesheet" type="text/css" /><br />
        <link href="./resources/css/cssLayout.css" <br />
              rel="stylesheet" type="text/css" /><br />
<br />
        <title>Facelets Template</title><br />
    </h:head><br />
    <br />
    <h:body><br />
        <div id="top" class="top"><br />
            <ui:insert name="header"><br />
<ui:include src="/layout/header.xhtml" /><br />
</ui:insert><br />
        </div>     <br />
        <div id="content" class="content"><br />
             <ui:insert name="content">Main Content</ui:insert><br />
        </div><br />
    </h:body><br />
</html><br />
</code><br />
</i></font><br />
<br />
La porzione di codice <font size= "3"><i><br />
<code><br />
<ui:insert name="header"><br />
<ui:include src="/layout/header.xhtml" /><br />
</ui:insert><br />
</code><br />
</i></font> definisce qual'è il tipo di contenuto in una specifica sezione della pagina, quella dell'header. In questo caso il file d'intestazine <b>header.xhtml</b> è incluso, in realtà avremmo potuto inserire tutto il suo codice direttamente in questo file, dipende naturalmente dalla complessità del codice.<br />
<br />
L'altra sezione indicata con <i>name="content"</i> è quella che definisce il contenuto principale di ogni pagina.<br />
Ogni pagina di tipo "content", cioè che contiene il codice che definisce il contenuto principale è costruita nel seguente modo:<br />
<br />
<font size= "3"><i><br />
<code><br />
<!DOCTYPE html PUBLIC "-//W3C//DTD XHTML 1.0 Transitional//EN" <br />
  "http://www.w3.org/TR/xhtml1/DTD/xhtml1-transitional.dtd"><br />
<html xmlns="http://www.w3.org/1999/xhtml"<br />
      xmlns:ui="http://java.sun.com/jsf/facelets"<br />
      xmlns:h="http://java.sun.com/jsf/html"><br />
    <br />
    <h:body><br />
        <ui:composition template="/layout/template.xhtml"><br />
            <ui:define name="content"><br />
....<br />
                <h:outputText value="You are in the Main Content Section"/><br />
....<br />
            </ui:define><br />
        </ui:composition><br />
    </h:body><br />
</html><br />
</code><br />
</i></font><br />
<br />
Notiamo il tag "composition" con cui viene definito il template a cui si riferisce la pagina.<br />
<br />
Il tag <i>define</i> con <i>name = "content"</i> stabilisce che la porzione di pagina inclusa nel tag va inserita nel template in corrispondenza del tag insert con neme = "content".<br />
E' il percorso di questa pagina, che chiamiamo <b>esempio.xhtml</b>, che deve essere richiamato al fine di visualizzarne il contenuto nella sezione "content" ed il suo header nella sezione "header" definiti nel template.<br />
<br />
In qualsiasi pagina che si riferisce ad uno specifico template mediante il tag:<br />
<font size= "3"><i><code><ui:composition template="layout/template.xhtml"></code></i></font><br />
è possibile inserire porzioni di codice e definirli mediante il tag:<br />
<font size= "3"><i><code><ui:define name="content"><br />
....<br />
</ui:define></code></i></font><br />
<br />
Nel file <b>template.xhtml</b> ogni sezione è definita mediante il tag:<br />
<font size= "3"><i><code><ui:insert name="content">Main Content</ui:insert></code></i></font><br />
che per essere "riempita" deve avere lo stesso "name" del tag <i>define</i> nalla pagina dei contenuti.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02243582898200560868noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5383509428939031459.post-5381903525271600452011-06-16T17:42:00.006+02:002011-06-16T18:04:32.125+02:00JavaServer Faces Faclets: due differenti modalità per la composizione dei componentiLa facilità con cui effettuare il templating, non solo delle pagine ma anche dei componenti (tag composition), è uno dei vantaggi di cui la tecnologia JavaServer Faces ha usufruito grazie alla introduzione del Facelets. <br />
Soffermiamoci sulla possibilità di creare delle <b>composizioni di componenti espressi mediante tags riusabili</b> in qualsiasi pagina come tag custom:<br />
<font size="3"><i><br />
<code><br />
<mytaglib:mytag label="nome" value="#{miobean.nome}"></mytaglib:mytag><br />
</code><br />
</i></font><br />
<br />
Ci sono almeno due modi per creare composizioni di tag riutilizzabili nelle view JSF:<br />
Mediante una taglibrary custom, e mediante la taglibrary http://java.sun.com/jsf/composite.<br />
Vedremo che il secondo metodo risulta più immediato e non presenta problemi di autocompletamento che potrebbero verificarsi nell'editare gli attributi delle tag custom nell'editor dell'ide.<br />
<br />
1)<br />
Creiamo un <b>tag custom che registreremo nella talibrary custom</b> mediante il seguente codice di esempio:<br />
<font size="3"><i><br />
<code><br />
<!DOCTYPE html PUBLIC "-//W3C//DTD XHTML 1.0 Transitional//EN" "http://www.w3.org/TR/xhtml1/DTD/xhtml1-transitional.dtd"><br />
<html xmlns=”http://www.w3.org/1999/xhtml” xmlns:ui="http://java.sun.com/jsf/facelets" xmlns:h="http://java.sun.com/jsf/html"><br />
<ui:component><br />
<h:outputLabel value="#{label}: "><br />
<h:inputText value="#{value}"/><br />
</h:outputLabel><br />
</ui:component><br />
</html><br />
</code><br />
</i></font><br />
Abbiamo semplicemente composto una label con una inputText, ma eventualmente potremmo anche costruire una porzione di pagina vera e propria. Salviamo questo codice come file con estensione xhtml (miotag.xhtml).<br />
<br />
La tag custom deve essere mappata in una taglibrary :<br />
<font size="3"><i><br />
<code><br />
<!DOCTYPE facelet-taglib PUBLIC "-//Sun Microsystems, Inc.//DTD Facelet Taglib 1.0//EN" "http://java.sun.com/dtd/facelet-taglib_1_0.dtd"><br />
<facelet-taglib><br />
<namespace>http://www.facletsexample.it/tagcustom<;/namespace><br />
<tag><br />
<tag-name>mytag</tag-name><br />
<source>miotag.xhtml</source><br />
</tag><br />
</facelet-taglib><br />
</code><br />
</i></font><br />
Quindi occorre specificare la libreria che si sta utilizzando nel file web.xml<br />
<font size="3"><i><br />
<code><br />
<context-param><br />
<param-name>facelets.LIBRARIES</param-name><br />
<param-value>/WEB-INF/facelets/mialibreria.taglib.xml</param-value><br />
</context-param><br />
</code><br />
</i></font><br />
Quindi è possibile usare il tag all’interno della pagina specificando il namespace della libreria<br />
<font size="3"><i><br />
<code><br />
<!DOCTYPE html PUBLIC "-//W3C//DTD XHTML 1.0 Transitional//EN" "http://www.w3.org/TR/xhtml1/DTD/xhtml1-transitional.dtd"><br />
<br />
<html xmlns=”http://www.w3.org/1999/xhtml” xmlns:ui="http://java.sun.com/jsf/facelets" xmlns:f=”http://java.sun.com/jsf/core” xmlns:h="http://java.sun.com/jsf/html" xmlns:mytaglib=" http://www.facletsexample.it/tagcustom "><br />
<body><br />
<f:view><br />
<h:form><br />
<h:panelGrid columns="1"><br />
<mytaglib:mytag label="nome" value="#{miobean.nome}"/><br />
</h:panelGrid><br />
</h:form><br />
</f:view><br />
</body><br />
</html><br />
</code><br />
</i></font><br />
<br />
2)<br />
Vediamo ora invece come <b>creare componenti riusabili</b> mediante la taglibrary http://java.sun.com/jsf/composite<br />
<br />
Creiamo la nostra composizione di tags che riutilizzeremo come tag custom inserendo il seguente codice nel file miotag.xtml<br />
<br />
<font size="3"><i><br />
<code><br />
<!DOCTYPE html PUBLIC "-//W3C//DTD XHTML 1.0 Transitional//EN"<br />
  "http://www.w3.org/TR/xhtml1/DTD/xhtml1-transitional.dtd"><br />
<br />
<html xmlns="http://www.w3.org/1999/xhtml"<br />
<br />
  xmlns:composite="http://java.sun.com/jsf/composite"<br />
  xmlns:h="http://java.sun.com/jsf/html"><br />
    <h:head><br />
        <title>This content will not be displayed</title><br />
    </h:head><br />
    <h:body><br />
        <composite:interface><br />
            <composite:attribute name="value" required="false"/><br />
            <composite:attribute name="label" required="false"/><br />
        </composite:interface><br />
        <composite:implementation><br />
            <h:outputLabel value="#{cc.attrs.label}"></h:outputLabel><br />
            <h:inputText value="#{cc.attrs.value}"></h:inputText><br />
        </composite:implementation><br />
    </h:body><br />
</html><br />
</code><br />
</font></i><br />
<br />
Si noti come la parola "cc" è riservata per i componenti composti<br />
L'espressione #{cc.attrs.attribute-name} è utilizzata per identificare l'attributo definito per il componente nella sua interface. Nel nostro caso gli attributi definiti sono "label" e "value".<br />
Per rendere il tag una risorsa disponibili non è necessario registrarlo in una taglibrary, ma è fondamentale inerire il file <i>miotag.xhtml</i> nella directory <i>"resources/mycomp"</i>, sotto la root dell'application web. <b>La sottodirectory <i>"resources"</i> infatti è considerata dal framework una vera e propria libreria</b>.<br />
<br />
Non ci resta che utilizzare il tag in una pagina del tipo:<br />
<br />
<font size="3"><i><br />
<code><br />
<!DOCTYPE html PUBLIC "-//W3C//DTD XHTML 1.0 Transitional//EN" "http://www.w3.org/TR/xhtml1/DTD/xhtml1-transitional.dtd"><br />
<br />
<html xmlns=”http://www.w3.org/1999/xhtml” xmlns:ui="http://java.sun.com/jsf/facelets" xmlns:f=”http://java.sun.com/jsf/core” xmlns:h="http://java.sun.com/jsf/html" xmlns:mytaglib="http://java.sun.com/jsf/composite/mycomp/ "><br />
<body><br />
<f:view><br />
<h:form><br />
<h:panelGrid columns="1"><br />
<mytaglib:miotag label="nome" value="#{miobean.nome}"/><br />
</h:panelGrid><br />
</h:form><br />
</f:view><br />
</body><br />
</html><br />
</code><br />
</i></font><br />
<br />
Nell'utilizzare il tag custom:<br />
<font size="3"><i><br />
<code><br />
<mytaglib:miotag label="nome" value="#{miobean.nome}"></mytaglib:mytag><br />
</code><br />
</i></font><br />
Il nome del prefisso "mytaglib" è il nome della sottodirectory in cui è contenuto il file di definizione del tag, mentre il nome del tag "miotag" è il nome del file di definizione senza l'estensione .xhtmlAnonymoushttp://www.blogger.com/profile/02243582898200560868noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5383509428939031459.post-83043988121353877822011-04-21T10:25:00.000+02:002011-04-21T10:25:59.394+02:00Reazioni piezonucleari: verso un nuovo nucleare?I video che trovate di seguito sono una documentazione dei passi avanti fatti nella ricerca di un nucleare pulito. Traspare la possibilità di ottenere energia nucleare dall'elemento più stabile che esista in natura, il ferro.<br />
<br />
Le reazioni nucleari che darebbero luogo alla trasformazione del ferro in altri elementi sono indicate al seguente link: <a href="http://files.splinder.com/9f099aeeccd22c405c23448c4ce79038.pdf"></a><br />
e sono: <b>Fe --> 2All + 2n</b> e <b>Fe--> Si + Mg + 4n</b> .<br />
Gli elementi prodotti sono isotopi stabili e quindi ho omesso l'indicazione del numero di massa.<br />
Considerando il bilancio di massa di queste due reazioni è evidente che si tratta di reazioni endoenergetiche e che quindi non liberano energia nucleare.<br />
Nei video, invece si parla di liberazione di energia a causa di una deformazione della geometria spaziale nei pressi dei nuclei di ferro generata dagli ultrasuoni.<br />
Non dubito che la reazione avvenga, così come la deformazione spazio-temporale, ma siamo sicuri che il bilancio energetico sia positivo?<br />
Se dopo un evento fisico si ha un guadagno di energia si deve necessariamente avere una perdita di massa (Einstein insegna).<br />
Da dove quindi si estrae questa eventuale energia aggiuntiva? Esiste un'altra forma fisica (oltre la massa) in cui l'energia viene immagazzinata?<br />
Il fatto che non ci siano emissioni alfa, gamma e beta, non è di per sé positivo; come la immagazziniamo o trasformiamo questa energia? I neutroni termici prodotti inoltre sembrerebbero non produrre sufficiente calore.<br />
Il dispositivo quindi sembra essere una valida alternativa alla produzione di neutroni "termici" (bassa energia), più che ad un reattore nucleare. <br />
L'uso degli ultrasuoni su elementi radioattivi, invece, che ne determina l'aumentano di radioattività, sarebbe una utile applicazione per "raffreddare" le scorie radioattive più rapidamente.<br />
E' probabile che applicando gli ultrasuoni su elementi più massivi del ferro si producano delle fissioni esoenergetiche, è necessario valutare se le scorie risulterebbero radioattive o meno.<br />
Per ottenere invece fusioni nucleari bisognerebbe partire da elementi meno massivi del ferro.<br />
E' questo che avviene nelle stelle dove le deformazioni spazio-temporali sono di casa.<br />
<br />
Un'altra applicazione interessante degli ultrasuoni, inoltre sarebbe l'analisi di un eventuale spettro di risonanza in base al quale avviene il rilascio di neutroni. Sarebbe un ulteriore strumento di indagine sulle energia di legame nei nuclei.<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<object width="640" height="390"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/epQqwQVw-4k&hl=it_IT&feature=player_embedded&version=3"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><param name="allowScriptAccess" value="always"></param><embed src="http://www.youtube.com/v/epQqwQVw-4k&hl=it_IT&feature=player_embedded&version=3" type="application/x-shockwave-flash" allowfullscreen="true" allowScriptAccess="always" width="640" height="390"></embed></object><br />
<object width="640" height="390"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/pQl_f51Q-gY&hl=it_IT&feature=player_embedded&version=3"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><param name="allowScriptAccess" value="always"></param><embed src="http://www.youtube.com/v/pQl_f51Q-gY&hl=it_IT&feature=player_embedded&version=3" type="application/x-shockwave-flash" allowfullscreen="true" allowScriptAccess="always" width="640" height="390"></embed></object>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02243582898200560868noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5383509428939031459.post-40728498178617328042011-02-03T17:46:00.073+01:002011-02-07T16:16:21.714+01:00NASA Scoperto nuovo sistema solare con sei piccoli pianeti. E' possibile la vita extraterrestre?<b>E' possibile la vita extraterrestre?</b><br />
Il video in fondo al post, che riguarda alla scoperta di un sistema planetario simile al nostro, fa propendere le possibilità per il sì, ma se la domanda fosse:<br />
<br />
<b>E' possibile che degli extraterrestri siano venuti sulla Terra?</b><br />
lo stesso video fa propendere le possibilità per il no!<br />
<br />
Mi spiego.<br />
La stella in questione è stata denominata Kepler 11 e si trova a circa 2000 anni luce da noi, dunque se un "kepleriano" fosse capace di viaggiare alla velocità della luce impiegherebbe circa 2000 anni per raggiungere la Terra.<br />
<br />
I 2000 anni di durata del viaggio non sono un ostacolo ad esso, in un'astronave superfotonica, capace di viaggiare a 300.000 Km al secondo, infatti, non si invecchierebbe nemmeno di un minuto, il tempo in pratica si fermerebbe.<br />
<br />
Il problema vero è riuscire a raggiungere tale velocità. Secondo le attuali teorie fisiche, infatti, per far viaggiare un solo granello di sabbia alla velocità della luce <b>ci vorrebbe più energia di quella presente in tutto l'universo</b>.<br />
<br />
Ammettiamo per assurdo, però, che la tecnologia di questi extraterrestri sia tale da riuscire a <b>piegare lo spazio-tempo</b> e da permettere loro di raggiungerci più o meno agevolmente.<br />
<br />
Secondo alcuni racconti, questi "tipacci verdi" o "biancastri" si sarebbero mostrati a noi in molteplici occasioni, qualcuno sarebbe addirittura incorso in qualche incidente extraplanetario precipitando sulla Terra con la sua astronave superfotonica.<br />
Alcuni sostengono che ci fanno visita periodicamente, ma con la tecnologia che questi dovrebbero possedere <b>non avrebbero bisogno di scomodarsi</b> e venire fin qui per studiarci e fare esperimenti su di noi, basterebbe loro una semplice foto con un super telescopio megafotonico.<br />
Noi, infatti, esseri piccoli, ignoranti, incapaci, umili formiche nell'universo galattico, con dei telescopi assolutamente insignificanti <b>siamo riusciti a comprendere l'evoluzione delle stelle</b>.<br />
<br />
I "kepleriani",dunque, se fossero capaci di venire fin qui <b>apparirebbero ai nostri occhi delle vere e proprie divinità</b> a cui non potremmo far altro che inchinarci per sperare di raccogliere qualche briciola della loro tecnologia.<br />
Non si capisce perché gli "omini verdi" dovrebbero nascondersi ai nostri occhi e di tanto in tanto farsi beccare a scrutarci, magari a causa di qualche banale errore nell'uso della loro tecnologia superfotonica.<br />
<br />
<br />
Forse l'unico modo di "incontrarli" è attraverso dei <b>canali di comunicazioni che utilizzino tecniche condivise</b>. La teconologia digitale potrebbe assisterci, ma non è detto che i nostri vicini galattici usino il sistema binario.<br />
Rimane ancora un problema, il dialogo sarebbe un po frammentato a causa dei 4000 anni necessari fra una semplice domanda ed una conseguente risposta.<br />
<br />
<br />
<br />
<iframe width="480" height="295" src="http://www.youtube.com/embed/CX-DUakdNik?fs=1" frameborder="0" allowFullScreen=""></iframe><br />
<br />
In inglese, ma più interessante<br />
<iframe title="YouTube video player" width="640" height="390" src="http://www.youtube.com/embed/WhWReKpM1tg" frameborder="0" allowfullscreen></iframe>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02243582898200560868noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5383509428939031459.post-41083365054795853102011-01-03T12:03:00.002+01:002011-01-03T12:08:29.388+01:00E le stelle stanno a sbagliare: Il CICAP controlla le previsioni degli astrologi per il 2010Vi segnalo un interessante articolo del CICAP sulle previsioni astrologiche relative all'anno appena trascorso.<br />
<br />
<a href="http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=274322">http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=274322</a><br />
<br />
Verificare in maniera statistica e quindi "scientifica" le previsioni astrologiche è una prova inconfutabile della loro inconsistenza.<br />
<br />
Per chi pensa "Non è vero... ma ci credo" è un invito esplicito a non crederci.... semplicemente perchè ... non è vero!<br />
<br />
<br />
P.S.<br />
Curiosità su "Non è vero... ma ci credo"<br />
<a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Non_%C3%A8_vero..._ma_ci_credo">http://it.wikipedia.org/wiki/Non_%C3%A8_vero..._ma_ci_credo</a><br />
<a href="http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=274323">Previsioni del 20010</a>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02243582898200560868noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5383509428939031459.post-47669604924517286722010-09-21T16:40:00.005+02:002010-10-04T11:27:04.715+02:00Breve presentazione sui raggi cosmici.<iframe src="https://docs.google.com/present/embed?id=dgqvq49j_300g89c8r7z" frameborder="0" width="410" height="342"></iframe>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02243582898200560868noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5383509428939031459.post-6343420060321991202010-09-21T14:55:00.024+02:002010-09-22T14:32:42.993+02:00Inquinamento Luminoso a Casamassima (Presentazione)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">Inserisco qui una presentazione che riguarda l'inquinamento luminoso a Casamassima (BA) mostrata in una conferenza qualche mese prima dell'entrata in vigore della legge sull'inquinamento luminoso.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br />
</div><iframe src="https://docs.google.com/present/embed?id=dgqvq49j_174cbkj3ggp" frameborder="0" width="410" height="342"></iframe>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02243582898200560868noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5383509428939031459.post-55796598200090687932009-01-02T09:26:00.007+01:002010-08-30T18:00:39.329+02:00Semplice prova sperimentale sull'inconsistenza dell'oroscopo.Vi descrivo ora come convincere anche l'amico più credulone e superstizioso che gli astrologi sono dei truffatori.... <br />
1) Formate un gruppo di 20 o più persone convinte della veridicità dell'oroscopo. <br />
2) Scegliete l'oroscopo del più famoso astrologo riferito al giorno precedente all'esperimento. <br />
3) Riproducete una copia di tutti e dodici gli oroscopi per quante sono le persone che partecipano all'esperimento. <br />
4) Dalle previsioni eliminate ogni riferimento al segno zodiacale corrispondente compreso il titolo, naturalmente. <br />
5) Fate leggere accuratamente ad ogni partecipante tutte e dodici le previsioni riferite al giorno precedente. <br />
6) In base alla esperienza vissuta riguardo al giorno precedente ognuno dovrà scegliere l'oroscopo che ritiene più vicino alla realtà <br />
7) La conferma della fallacità dell'oroscopo sta nel fatto che all'incirca 1/12 dei partecipanti indovinerà il suo oroscopo. (la percentuale di oroscopi indovinati sarà più vicina a quella attesa quanto più alto è il numero di partecipanti.) Quindi se su 20 persone solo 2 indovinano l'oroscopo non vi preoccupate, è quello che le persone ragionevoli si aspettano.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02243582898200560868noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5383509428939031459.post-28479879553206942912008-06-24T10:37:00.001+02:002010-08-30T17:09:02.603+02:00Presentazione Tesi Antonio Santorsola su CMS e LHC<iframe frameborder="0" height="342" src="http://docs.google.com/EmbedSlideshow?docid=dgqvq49j_7cf96jcd2" width="410"></iframe>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02243582898200560868noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5383509428939031459.post-22843863087781166122007-08-10T14:22:00.006+02:002010-08-30T18:08:09.585+02:00Mi presento<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="border-collapse: collapse; margin-left: -1.75pt;"><tbody>
<tr style="height: 107.6pt;"> <td style="border-style: none solid solid; color: -moz-use-text-color silver silver; height: 107.6pt; padding: 8.5pt 7.1pt; width: 420.05pt;" valign="top" width="560"><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Sono laureato in fisica dal marzo del 2007.</div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">I miei interessi principali riguardano fisica, matematica, astronomia, informatica e<o:p></o:p></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">nuove tecnologie, problematiche sull'energia, quali fonti rinnovabili e nucleare.<o:p></o:p></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Assisto nello studio alcuni ragazzi su materie come fisica, matematica, chimica ed elettronica. Ho seguito anche ragazzi universitari in matematica e fisica.<o:p></o:p></div><div class="Corpodeltesto21">Considero la tutela dell’ambiente un tema fondamentale soprattutto per quanto riguarda i sistemi di trasporto con propulsori non inquinanti (motori elettrici).</div><o:p></o:p><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Ho realizzato diversi siti internet, conosco l'html, il linguaggio informatico C++ e Java. </div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;"></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Conosco il programma LaTex con il quale ho elaborato la mia tesi di laurea.<o:p></o:p></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Faccio parte di un'associazione di astronomia dal 1998 “Amici dell’Astronomia N. Copernico” di Casamassima. Sono stato delegato territoriale dell’Unione Astrofili Italiani.<o:p></o:p></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Ho tenuto alcune conferenze su temi generali di astronomia e sui temi dell’inquinamento luminoso. <o:p></o:p></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Faccio parte di una associazione culturale giovanile “Baobab” che ha promosso varie iniziative a carattere sociale e culturale nel territorio di Casamassima. Nell’ambito della stessa associazione ho scritto sul giornale periodico “<st1:personname productid="La Piazza" st="on">La Piazza</st1:personname>”.<o:p></o:p></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Scrivo su un giornale locale, “MINIMA”, che si occupa delle problematiche della mia città. Ho creato CasaMinima, un forum di discussione e approfondimento dei temi trattati su Minima. Il forum attualmente è chiuso.<o:p></o:p></div><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Sono stato per molti anni catechista di ragazzi di scuola superiore nella parrocchia S. Croce di Casamassima.<o:p></o:p></div></td> </tr>
</tbody></table>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/02243582898200560868noreply@blogger.com0