giovedì 21 aprile 2011

Reazioni piezonucleari: verso un nuovo nucleare?

I video che trovate di seguito sono una documentazione dei passi avanti fatti nella ricerca di un nucleare pulito. Traspare la possibilità di ottenere energia nucleare dall'elemento più stabile che esista in natura, il ferro.

Le reazioni nucleari che darebbero luogo alla trasformazione del ferro in altri elementi sono indicate al seguente link:
e sono: Fe --> 2All + 2n e Fe--> Si + Mg + 4n .
Gli elementi prodotti sono isotopi stabili e quindi ho omesso l'indicazione del numero di massa.
Considerando il bilancio di massa di queste due reazioni è evidente che si tratta di reazioni endoenergetiche e che quindi non liberano energia nucleare.
Nei video, invece si parla di liberazione di energia a causa di una deformazione della geometria spaziale nei pressi dei nuclei di ferro generata dagli ultrasuoni.
Non dubito che la reazione avvenga, così come la deformazione spazio-temporale, ma siamo sicuri che il bilancio energetico sia positivo?
Se dopo un evento fisico si ha un guadagno di energia si deve necessariamente avere una perdita di massa (Einstein insegna).
Da dove quindi si estrae questa eventuale energia aggiuntiva? Esiste un'altra forma fisica (oltre la massa) in cui l'energia viene immagazzinata?
Il fatto che non ci siano emissioni alfa, gamma e beta, non è di per sé positivo; come la immagazziniamo o trasformiamo questa energia? I neutroni termici prodotti inoltre sembrerebbero non produrre sufficiente calore.
Il dispositivo quindi sembra essere una valida alternativa alla produzione di neutroni "termici" (bassa energia), più che ad un reattore nucleare.
L'uso degli ultrasuoni su elementi radioattivi, invece, che ne determina l'aumentano di radioattività, sarebbe una utile applicazione per "raffreddare" le scorie radioattive più rapidamente.
E' probabile che applicando gli ultrasuoni su elementi più massivi del ferro si producano delle fissioni esoenergetiche, è necessario valutare se le scorie risulterebbero radioattive o meno.
Per ottenere invece fusioni nucleari bisognerebbe partire da elementi meno massivi del ferro.
E' questo che avviene nelle stelle dove le deformazioni spazio-temporali sono di casa.

Un'altra applicazione interessante degli ultrasuoni, inoltre sarebbe l'analisi di un eventuale spettro di risonanza in base al quale avviene il rilascio di neutroni. Sarebbe un ulteriore strumento di indagine sulle energia di legame nei nuclei.






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